lunedì 10 maggio 2010

Doccia fredda sulle speranze di prevenire l'Alzheimer

Doccia fredda sulle speranze di prevenire l'Alzheimer

Le speranze, di cui abbiano parlato in articoli recenti, tuttavia più in termini di cura che di prevenzione, di poter sconfiggere l’ Alzheimer sono state raggelate da un preoccupante verdetto di un comitato di esperti 'ad hoc' creato dall' Istituto nazionale della salute Usa (Nih) per studiare il morbo. Negli ultimi anni una serie di indagini avevano invece suggerito la possibilità che esercitare la mente ed il corpo potesse prevenire il morboSecondo il comitato, di cui hanno fatto parte medici, geriatri,infermieri, psichiatri invece, «non esiste al momento prova scientifica che il morbo possa in alcun modo venire prevenuto». 15 esperti hanno studiato per mesi dozzine di ricerche in materia alla ricerca di indizi che indicassero una qualche misura per prevenire il morbo, ma nel migliore dei casi sono state trovate solo delle associazioni»« Si tratta di associazioni che non provano nulla perché, ad esempio individuare una inferiore presenza dell'Alzheimer tra le persone più fisicamente attive e mentalmente acute non significa che queste attività fisiche o cerebrali prevengono la malattia» che da qui al 2050 potrebbe aumentare di tre volte la propria incidenza sulla popolazione.

Lotta contro l'Alzheimer: doppia sperimentazione al Galliera

Un vaccino e la robotica contro l'Alzheimer: al Galliera di Genova è partita la sperimentazione per combattere la sempre più diffusa forma di demenza senile. Sono due i progetti seguiti nel nosocomio: nel primo caso, il reparto di neurologia usufruirà di aiuti internazionali, mentre nel secondo, sarà Genova robot a supportare la ricerca. Al momento, il vaccino, che mira a rallentare il corso della patologia, viene testato su una decina di pazienti, persone di oltre cinquantacinque anni, che presentano una fase lieve moderata di Alzheimer. Sul fronte robotico, invece, si sta studiando un progetto di sorveglianza tecnologica che consentirebbe di controllare il paziente a distanza e a 360 gradi senza la presenza di personale fisso.

Morbo di Alzheimer: presto un vaccino?

Ultimamente quando si parla di vaccini si finisce per fare una certa confusione, visto che siamo abituati a considerare un vaccino come quel presidio farmacologico in grado di prevenire una malattia prima che questa si istauri nell’individuo.
Ma oggi si annoverano quali vaccini anche quelle sostanze in grado di rallentare il decorso di una patologia anche quando questa si sia già evidenziata nel paziente, con tutti i corollari di sintomi di cui è capace.
Ciò è quanto sta avvenendo anche con le cure che si prevede di attuare contro il Morbo di Alzheimer.Recentissime ricerche per lo più condotte in Austria potrebbero presto portarci all’evidenza della nascita di un vaccino, attualmente alla fase sperimentale, che in un primo momento potrebbe rallentare nei pazienti affetti da Morbo di Alzheimer il decorso della patologia, successivamente potrebbe anche essere l’unico vero baluardo disponibile per prevenire la malattia stessa. Stiamo parlando di un inedito presidio farmacologico che attualmente è denominato con una semplice sigla, Ad02 e che potrebbe trovare applicazione pratica nel volgere di un paio di anni.
A giungere a tale risultato il colosso farmaceutico GlaxoSmithKline al cui studio hanno partecipato ricercatori di diversi Paesi della UE, Italia compresa e, nello specifico, ci riferiamo alla Fondazione Santa Lucia di Roma che hanno sperimentato il farmaco in soggetti ancora giovani nei quali la malattia aveva fatto la propria comparsa sia pure in forma lieve, riscontrando nel tempo in essi una fase di rallentamento dei sintomi, atteso che non è possibile, almeno in questo stadio immaginare che il farmaco sradichi la grave patologia.
Così ha commentato gli studi Elio Scarpini, neurologo dell’Università di Milano, “il vaccino sarà sia preventivo sia terapeutico e già su modello animale, topi e scimmie per la precisione, ha dimostrato di ridurre in maniera significativa le placche senili che si formano nel cervello e che sono la base della malattia di Alzheimer”. Al momento l’Ad02 ha brillantemente superato la prima fase di test risultando, secondo quanto detto dallo stesso Scarpini “ben tollerato” dai volontari che si sono sottoposti alla sperimentazione. Il difficile, però, viene adesso perché è dalla fase al via in questi giorni che si attendono le prime e decisive risposte sull’efficacia. Per ora, insomma, si sa che l’Ad02 non fa male. A breve sapremo se fa anche bene.
Per meglio immaginare come agisca il farmaco dovremo risalire ai danni prodotti dall’Alzheimer che si evidenziano, come ben sappiamo, con tutta una serie di placche cerebrali che determinano infiammazione collateralmente a queste formazioni e, dunque, danneggiamento neuronale; proprio tale farmaco dovrebbe essere in grado di provvedere al distacco di parte di tali placche che finiranno per essere demolite.
Il mondo scientifico guarda con grande interesse al nuovo farmaco, vista l’incidenza della malattia nel mondo dove si contano quasi 26 milioni di ammalati e nella sola Italia ci si avvicina sempre di più al milione di persone costrette a doversi confrontare con questa malattia che prima di uccidere chi vi soffra, lo porta inesorabilmente a tuta una serie di sofferenze che preludono alla totale invalidità permanente del paziente per l’intervenuta demenza. C’è da dire che la malattia ha un esordio nell’uomo intorno ai 60 anni di età, ma non mancano i casi che si palesano con largo anticipo rispetto a quest’età. Così come da ricordare che le previsioni future circa il tasso di morbilità di questa patologia è tutt’altro che tranquillizzante, soprattutto alla luce dell’allungamento della vita media dell’uomo moderno. Si tratta adesso di capire quando sarà possibile vedere applicazione pratica di questo vaccino; si parla del prossimo 2012, sempre che il vaccino abbia superato tutte e tre le fasi di sperimentazione atte ad assicurarne non solo l’efficacia, ma l’assenza di quegli effetti collaterali ritenuti ostativi per un farmaco di nuova immissione sul mercato.

martedì 4 maggio 2010

Prime tracce di Alzheimer nell'ippocampo, studio italiano

Ciò spiega perché un deficit della memoria è il più immediato campanello d'allarme dell'insorgenza della malattia anche in persone relativamente anziane.

Le prime tracce di Alzheimer si fanno spazio nell'ippocampo, aggredendo questa regione del cervello e le strutture neurologiche limitrofe, quelle definite dagli addetti ai lavori paraippocampali. Ciò spiega perché un deficit della memoria è il più immediato campanello d'allarme dell'insorgenza della malattia anche in persone relativamente anziane ed apparentemente normali. Dopo i 50 anni di età, dunque, sottoporsi anche in condizioni di normalità a test di memoria può consentirci di stanare precocemente la predisposizione allo sviluppo della temibile malattia neurodegenerativa. E' una delle conclusioni a cui è giunto uno studio italiano condotto all'Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma, che ha guadagnato le pagine della rivista Neurology.


La valutazione con test, precisa il team di studiosi, va unita a un nuovo tipo di risonanza magnetica nucleare in grado di rilevare le alterazioni anatomiche a carico delle aree del cervello responsabili del funzionamento della memoria stessa, in particolare quelle microstrutturali riferibili all'ippocampo.
Da diversi decenni è noto che persone sofferenti (per cause traumatiche, tossiche, infettive) di un danno anatomico a carico dell'ippocampo presentano, invariabilmente, una riduzione dell'efficienza della memoria, fino a vera e propria amnesia. Questo studio ora ha evidenziato che è proprio l'ippocampo, insieme alle vicine strutture paraippocampali, il primo a essere aggredito dall'Alzheimer.
Per arrivare a evidenziare questa correlazione, i ricercatori italiani hanno preso in esame 76 persone sane e prive di patologie neurologiche, tra i 20 e gli 80 anni di età. Il campione è stato sottoposto a un nuovo tipo di risonanza magnetica nucleare (Rmn) dell'encefalo: la diffusion tensor imaging (Dti), che consente di evidenziare alterazioni della microstruttura delle cellule nervose. Il campione studiato è stato contemporaneamente valutato con test di memoria verbale e visiva a lungo termine.
Dalla valutazione congiunta, neuroradiologica e neuropsicologica, è emerso che nelle persone al di sopra dei 50 anni le basse prestazioni ai test di memoria sono correlate a significative alterazioni microstrutturali a livello dell'ippocampo. I risultati dello studio suggeriscono quindi che anche negli anziani con prestazioni della memoria ridotte al livello più basso della soglia di normalità - ma non clinicamente rilevanti - andrebbe accertata l'eventuale contemporaneità di alterazioni microstrutturali a carico dell'ippocampo.
Il riscontro di questa associazione tra le due condizioni potrebbe essere predittiva di un'aumentata suscettibilità a sviluppare la malattia. Se la valutazione periodica (per circa tre anni) delle persone incluse nello studio - attualmente in corso alla Fondazione Santa Lucia - confermerà la validità di questa metodologia, potrebbero essere sviluppate nuove e più precoci terapie farmacologiche in grado di modificare in modo significativo il decorso della patologia neurodegenerativa.

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MEMORIA STORICA DELL'ASSOCIAZIONE

Milano, 27 aprile 1995, ore 9 Opening Ceremony nell’Aula Magna dell’Università Statale del 5th Alzheimer Europe Annual Meeting. Sono giunto puntuale da Linate con un ATR dall’Aeroporto di Pisa. Una grande emozione in un’Aula Magna affollata: tanta gente di Scienza, una platea di Persone illustri, quelle che contano e quasi inesistente il vero popolo dell’Alzheimer, il popolo che subisce il silenzio assordante della Società Civile carico di silenzi e indifferenza, silenzi, però, che recano disturbo e sofferenze. Seguo con attenzione e interesse per capire il problema e magari scoprire i nuovi confini della scienza. Sabato 29 aprile alle ore 13 si conclude il convegno con la presentazione del Piano Alzheimer della Regione Lombardia. Una corsa in taxi per l’aeroporto e ritorno a Livorno con una visione più chiara del problema.
Mi muovo per informare la città sul problema Alzheimer. Con pubblicità a pagamento in TV, con manifestini e con il classico “Passaparola” invito familiari, medici, assistenti sociali, infermieri e volontari a un incontro con la città il 22 agosto 1995 alle ore 17 presso la sede del Comitato Unitario Pro Handicappati di Livorno di cui sono stato co-fondatore come volontario. Tanta gente, tanta solidarietà, tanto nuovo interesse per una malattia sconosciuta in città a tutti i livelli. Argomento: “Alzheimer: i familiari e la malattia”. Il problema era salito in superficie. Una prima vittoria.
La realizzazione di questa inedita manifestazione è stata sostenuta nei mesi precedenti dalla fattiva collaborazione dell’AIMA, Associazione Italiana Malattia Alzheimer, Sezione di Firenze fondata l’anno precedente dal Dr. Manlio Matera con il quale per molti anni e cioè fino al giugno del 1999 ho collaborato intensamente. L’AIMA prima Associazione sull’Alzheimer registrata nella Regione Toscana e la Sezione AIMA Livorno a seguire.
Mercoledì 9 agosto 1995 presso “Acqua il Parco” di Cecina manifestazione sportiva con un incontro ufficiale di Calcetto alle ore 20,30 fra 2 formazioni giovanili. Tanta gente molto curiosa di sapere. Eravamo sulla strada giusta.
Importante la collaborazione di Manlio Matera.
Sempre nel 1995 quattro concerti: Sabato 15 giugno ore 21,15 Chiesa di N.S. del Rosario Via Mangini,30: “Una Melodia per l’Alzheimer” : Corale “Pietro Mascagni”, Coro Polifonico Giovanile, Coro Voci bianche “Benedetto Marcello” Scuola Elementare Statale “P. Thouar” di Livorno, Direttore, Francesco del Zoppo.
Giovedì 21 dicembre 1995, ore 21,15, Chiesa S. Maria del Soccorso, Piazza Magenta di Livorno, Concerto di Natale, Coro “P.Mascagni”, Direttore Francesco del Zoppo, con la partecipazione del Coro di Voci Bianche “Benedetto Marcello” della Scuola Elementare “P. Thouar” di Livorno, Direttore Marcello Lasi e la collaborazione del Coro “F. de Monte”.
Nel mese di Ottobre 1995 presso il Santuario di Montenero concerto diretto sempre dal Maestro Francesco del Zoppo.
Manifestazioni sempre riuscite, molto pubblico sempre partecipante per le manifeste finalità e sempre emotivamente sollecitato per l’evento musicale artisticamente di alto livello.
27 Dicembre 1995, una data importante.
Il Gruppo di Volontari decide di costituire l’Associazione. Il 27 Dicembre 1995 di fronte al Dr. Roberto Mameli, Notaio in Livorno, presso il Suo Studio in Livorno, Scali Aurelio Saffi, n.21, si presentano i Sigg..Marcacci dr. Giuseppe, Vizzoni prof. Luciano, Lasi Marcello, Simoncelli Carla, Cagnolini Antonella, Pantani Nedo, Giuliano Luigi, Druda Gabriella, Pucciarelli Elena Cagnoni Maria Luisa, Guercio Lidia, Scotto Luigi, Volpi Odette, Ciani Gioietta, Cecconi Rolando, Pellegrini Ernesta.
Per poter iniziare una collaborazione con le Istituzioni Pubbliche e con la città stessa decidiamo di organizzare un Convegno.
Con il Patrocinio di Regione Toscana, Comune di Livorno, Provincia di Livorno, Azienda USL 6- Zona Livornese, Ordine dei Medici Livorno, l’Associazione Italiana Malattia Alzheimer organizza un Convegno a Livorno presso l’Auditorium della Camera di Commercio, Piazza del Municipio,48 sul tema “La malattia di ALZHEIMER, aspetti epidemiologici, clinici e socioassistenziali” il giorno 29 Febbraio 1996 alle ore 15.
Convegno ben organizzato, molto pubblico, molte Relazioni molto importanti dal punto di vista scientifico e sociale. Relatori importanti e tra questi addirittura il Prof. Luigi Amaducci.
Tutti i relatori di alto livello. Dr.ssa M.Grazia Rastelli, Direttore Sanitario Azienda USL6, Presidente prima parte del Convegno, Dr. Giuseppe Marcacci. Dr.ssa Laura Bracco, Prof. Luciano Vizzoni, Primario Pediatria Ospedale di Livorno, Presidente seconda parte del Convegno, Marco Filippi, assessore Sicurezza Sociale Comune di Livorno,Dr. Manlio Matera Presidente A.I.. di Firenze, Carlo Melani Presidente IV° Commissione Permanente del Consiglio Regionale della Toscana, Dr. Vincenzo Pastore, Responsabile di Zona e del Dipartimento di Salute Mentale USL6, Dr.ssa Odette Volpi Società Volontaria di Soccorso S.V.S.
Anno 1996 inizia il primo Corso di Formazione per Volontari in tema di Assistenza ai pazienti con malattia di Alzheimer.
Molti i Convegni con lo scopo di informare la cittadinanza sul problema Alzheimer.Molte le manifestazioni culturali e musicali finalizzate alla solidarietà.
L’11 giugno 1999 a Milano all’Assemblea Nazionale dei soci AIMA fu pronunciato voto contrario al nuovo Statuto AIMA dallo scrivente e da Luigi Scotto, a cui seguì l’uscita senza appello dell’AIMA di Livorno dall’Organizzazione AIMA Nazionale.
Purtroppo furono chiusi anche i rapporti personali. L’espulsione fu un atto negativo, perché chiuse ogni forma di collaborazione sui difficili problemi posti dalla malattia. Comunque, nonostante l’inconciliabilità delle opinioni sul nuovo Statuto e sul silenzio che dura da dieci anni voglio dare atto pubblicamente dell’importanza del sostegno che ci veniva dato dalla Presidente dell’AIMA di Milano, dott.ssa Patrizia Spadin, per la realizzazione della nostra Associazione a Livorno e in provincia. Molto importante per me fu l’esperienza culturale e sociale di un territorio già in avanti sul problema. E ottimi e solidali erano i rapporti personali basati sulla spontaneità e sul reciproco rispetto. Abbiamo comunque continuato il nostro impegno con modalità diverse sempre con lo scopo di garantire ai malati e alle famiglie una buona e significativa qualità della vita.
E il 29 novembre 2000 davanti al dottor Valerio Vignoli, notaio in Livorno fu costituita una denominata “Associazione Malattia di Alzheimer – in sigla “A.M.A. Onlus – Provincia di Livorno”. Soci fondatori i Sigg. Marcacci dr. Giuseppe, Vizzoni prof. Luciano, Lasi Marcello, Druda Gabriella, Guercio Lidia, Scotto Luigi, Berti Giampaolo, Parigi Oriana, Dalena Angela, Donti Guido, Mini Aldo, Monticelli Enrica, Pannocchia Luciano, Greco Umberto.
Dall’anno 2000 più intenso l’impegno e più importante la svolta. Si parla del concreto,non del possibile. Si realizza il Centro Diurno “ Alba Bruna Martini “ in una palazzine di Villa Serena per 15 persone malate di Alzheimer. Otteniamo importanti interventi economici dalla Regione Toscana, l’ADI dedicata per malati di Alzheimer, intervento assistenziale a domicilio gestito dal Comunità Impegno, Società Cooperativa Sociale di Livorno, un Nucleo nella RSA di Coteto per 14 persone con malattia di Alzheimer, una Sezione Alzheimer, poi definita per malattie neurodegenerative presso l’ U.O. di Neurologia del Presidio Ospedaliero di Livorno, trasfita in seguito presso la RSA di Coteto. Altrettanto abbiamo chiesto nella Zona Val di Cornia. Oggi funziona l’ADI dedicata all’Alzheimer, uno spazio come Centro Diurno nella RSA di Piombino. Sempre a Piombino è stata attiva una sezione della nostra associazione fin dal 1996 in Via S.Francesco e poi in Piazza della Costituzione nei primi anni del 2000. Poiché il canone di affitto era per noi molto alto, abbiamo dovuto rinunciare ad una sede ed venuto a mancare, di conseguenza, anche un rapporto con i cittadini. Attualmente abbiamo un piccolo spazio in coabitazione con altre associazioni per due ore una volta la settimana nella sede, ora ex, della Direzione USL 6 di Piombino. Continua tuttora il rapporto di collaborazione tra l’AMA e l’Azienda USL6. Negli ultimi mesi abbiamo affrontato con altre associazioni di volontariato insieme alla Dr.ssa Pagliacci e ai rappresentanti dei medici di medicina generale i problemi delle persone anziane difficoltà a causa della non autosufficienza.
Ci piace ricordare tra le tante attività messe in atto per far conoscere il problema Alzheimer l’esperienza teatrale.
Dopo un primo spettacolo nel mese di luglio 2004 per valutarne l’impatto con il pubblico, risultato efficace, nei giorni 6-7/13-14 dicembre 2004 viene presentato lo spettacolo con il titolo “Prova compromessa “. Molto successo e voglia di continuare l’esperienza.
L’impegno sarà ripreso nel prossimo 2010 preceduto da due eventi significativi di un nuovo, particolare impegno culturale. Non si deve sopravvivere. Dobbiamo cambiare la marcia con determinazione per poter gettare con convinzione lo sguardo oltre il futuro. Una sfida coraggiosa, ma necessaria, per dare speranza a tutta quella umanità che vive inascoltata nella sofferenza.
Il Presidente Marcello Lasi